Archivi Blog

Morti bianche, risarcibile anche il benefattore – Cassazione Penale Sentenza 43434/2012

Va accordato il risarcimento danni anche al benefattore, che non sia un familiare o un parente stretto, del lavoratore vittima di incidente sul lavoro. Lo ha sancito la Cassazione (Quarta sezione penale, sentenza 43434), dando l’ok alla costituzione di parte civile di un consorzio familiare che a Treviso aveva dato ospitalita’ ad un lavoratore privo di permesso di soggiorno, Ilir P., morto nel giugno 2007 in un incidente sul lavoro. Il lavoratore era precipitato per otto metri, riportando lesioni mortali. Oltre a riconoscere i danni ai parenti stretti, la Cassazione ha ratificato la legittimita’ del risarcimento danni alla famiglia che aveva accolto l’immigrato con l’aspettativa che in futuro Ilir li avrebbe ricambiati per i benefici ricevuti.

Nel dettaglio, piazza Cavour ha respinto i ricorsi presentati dall’ad della societa’ General Works e dal responsabile di Leggi il resto di questa voce

Anche lo scippo e’ risarcibile come ‘infortunio’ in itinere’ – Cassazione Lavoro, Sentenza 15545/2012

Anche lo scippo e’ risarcibile come ‘infortunio sul lavoro’. Lo ha stabilito la Cassazione, secondo la quale lo scippo nel tragitto casa-lavoro rappresenta un “evento imprevedibile ed atipico” per cui se procura danni al lavoratore da’ diritto al risarcimento. In questo modo, la sezione Lavoro ha accolto il ricorso di una lavoratrice di Perugia, Elsa B., che chiedeva di essere risarcita per l’infortunio accadutole sulla strada del rientro a casa “a seguito di una aggressione avvenuta a fini di scippo che le aveva provocato varie lesioni”.

In primo e in secondo grado, la lavoratrice si era vista negare l’indennizzo come infortunio ‘in itinere’ sulla base del fatto che “il fatto doloso di un’altra persona aveva interrotto il nesso causale fra la ripetitivita’ necessaria del percorso Leggi il resto di questa voce

Infortunio sul lavoro. Il concorso di colpla del dipendente non salva il datore di lavoro – Cassazione Lavoro, Sentenza n. 14997/2011

Le norme dettate in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro sono dirette a tutelare il lavoratore non solo dagli incidenti derivanti dalla sua disattenzione, ma anche da quelli ascrivibili ad imperizia, negligenza e imprudenza dello stesso, con la conseguenza che il datore di lavoro è sempre responsabile ex art. 2087 c.c. dell infortunio occorso al lavoratore sia quando ometta di adottare le idonee misure protettive sia quando non accerti e vigili che di queste misure venga fatto Leggi il resto di questa voce

Inosservanza delle norme anti infortunistiche nel contratto di appalto e responsabilità del direttore dei lavori – di Cassiodoro Vicinetti

L’appalto è definito dall’art. 1655 del Codice civile come il contratto con il quale una parte assume con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di una opera o di un servizio verso un corrispettivo in denaro. Per quel che attiene il tema che ci occupa, va sottolineato che, secondo la conforme giurisprudenza di legittimità, è di regola l’appaltatore che risponde dei danni provocati a terzi ed eventualmente anche dell’inosservanza della legge penale durante l’esecuzione del Leggi il resto di questa voce

Anche in presenza di un responsabile della sicurezza il datore di lavoro non si sottrae alla responsabilità penale – Cassazione Penale Sentenza 20576/2011

La responsabilità penale diretta del datore di lavoro, e dei dirigenti ad esso assimilati, non è affatto esclusa per la sola designazione di un responsabile per la sicurezza in quanto essi rispondono anche della eventuale manchevolezza del piano stesso sotto forma di una colpa in eligendo. Nella fattispecie la Cassazione ha ritenuto anche irrilevante il comportamento della vittima che avrebbe rotto il nesso di causalità fra il comportamento dell’imputato datore di lavoro e l’evento, in quanto ha ritenuto Leggi il resto di questa voce

Si alla rendita vitalizia per il lavoratore che contrae malattia polmonare per esposizione a fumo passivo – Cassazione Lavoro, Sentenza n. 3227/2011

Nel caso di malattia professionale non tabellata, come del resto per la malattia ad eziologia multifattoriale, la prova della causa di lavoro, gravante sul lavoratore, deve essere valutata in termini di ragionevole certezza, nel senso che, esclusa la rilevanza della mera possibilità dell’origine professionale, questa può essere invece ravvisata in presenza di un rilevante grado di probabilità. A tale riguardo, il giudice deve non solo consentire all’assicurato di esperire i mezzi di prova ammissibili e ritualmente dedotti, ma deve altresì valutare le conclusioni probabilistiche del consulente tecnico in tema di nesso causale, facendo ricorso ad ogni utile iniziativa ex officio, diretta ad acquisire ulteriori elementi (nuove indagini o richiesta di chiarimenti al consulente tecnico ecc.) in relazione all’entità ed all’esposizione del lavoratore ai fattori di rischio, ed anche considerando che la natura professionale della malattia può essere desunta, con elevato grado di probabilità, dalla tipologia delle lavorazioni svolte, dalla natura dei macchinari presenti nell’ambiente di lavoro, dalla durata della prestazione lavorativa e dall’assenza di altri fattori extralavorativi, alternativi o concorrenti, che possano costituire causa della malattia

(Litis.it, 25 Febbraio 2011)

Corte di Cassazione Sez. Lavoro – Sent. del 10.02.2011, n. 3227
Leggi il resto di questa voce

Invalidi sul lavoro che abbiano usufruito dell'assegno di incollocabilità fino al 65° anno d'età – Corte Costituzionale, Sentenza 34/2011

dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 180 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124 (Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali), in combinato disposto con il decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 27 gennaio 1987, n. 137 (Regolamento per l’erogazione dell’assegno di incollocabilità), sollevata, in riferimento agli art. 3 e 38 della Costituzione, dal Tribunale di Ascoli Piceno con l’ordinanza indicata in epigrafe.

Corte Costituzionale, Sentenza del 02/02/2011

Leggi il resto di questa voce

Il capo cantiere è sempre responsabile della sicurezza del lavoro – Cassazione Penale, Sentenza n. 2578/2011

Il “capo cantiere”, anche in assenza di una formale delega in materia di sicurezza sul lavoro, è destinatario diretto dell’obbligo di verificare che le concrete modalità di esecuzione delle prestazioni lavorative all’interno del cantiere rispettino le norme antinfortunistiche.

Questo consolidato principio di diritto è stato confermato dalla Quarta Sezione penale della cassazione nella sentenza in rassegna.
La Cassazione ha anche precistao che, in via di principio generale, il capo cantiere è certamente persona adatta ad individuare la corretta applicazione delle norme antinfortunistiche, o quanto meno di quelle di comune prudenza, per la prevenzione di incidenti in cui possono essere coinvolti i dipendenti ovvero terze persone estranee ai lavori. Né ha alcun rilievo che Leggi il resto di questa voce

L’equo indennizzo da causa di servizio è completamente distinto dal risarcimento del danno – Consiglio di Stato, Sentenza n. 365/2011

In materia di strumentario rimediale garantito al dipendente pubblico vittima d’infortunio sul lavoro costituisce ormai ius receptum, sia per orientamento giurisprudenziale consolidato che l’equo indennizzo da causa di servizio per presupposti oggettivi, fatti costitutivi, regime probatorio e disciplina complessiva, è completamente distinto dal risarcimento del danno.
Lo afferma la Sesta Sezione del Consiglio di Stato nella Sentenza n. 365 depositata lo scorso 19 gennaio 2011.

Secondo i Giudici amministrativi, mentre il risarcimento del danno, quanto ad oggetto e finalità, tende a ristabilire l’equilibrio nella situazione del soggetto turbato dall’evento lesivo e a compensare per equivalente la perduta integrità fisio-psichica, l’equo indennizzo spettante ai dipendenti degli enti pubblici per infermità contratta per causa o concausa di servizio con una menomazione dell’integrità fisica non inferiore al 15% (v. art. 32 d.p.r. 26 maggio 1976, n. 411, in relazione all’allegato n. 5 al d.p.r. cit. e, oggi, all’allegato 4 al d.p.r. 16 ottobre 1979, n. 509), per il concetto di equità e Leggi il resto di questa voce

Infortunio sul lavoro. Limiti al riconoscimento del danno morale, biologico ed esistenziale per la morte del congiunto – Cassazione Lavoro Sent. 1072/2011

Con riferimento alle domande – accolte dalla corte territoriale – di risarcimento del danno esistenziale per perdita del rapporto parentale e del danno morale e biologico jure successionis invocati dalla madre di un lavoratore deceduto dopo quattro giorni da un infortunio sul lavoro, la Suprema Corte, Sezione Lavoro, mentre ha negato il danno esistenziale (in quanto duplicazione del danno morale jure proprio già riconosciuto) ed il danno morale jure successionis (in quanto duplicazione del danno biologico richiesto allo stesso titolo), ha confermato il riconoscimento nella misura del 100% del danno biologico terminale jure successionis, considerando, più che il lasso temporale tra l’infortunio e la morte, l’intensità delle sofferenze provate dalla vittima dell’illecito per la presenza di una sofferenza e di una disperazione esistenziale di intensità tale da determinare nella percezione dell’infortunato un danno catastrofico, in una situazione di attesa lucida e disperata dell’estinzione della vita. 

La Cassazione ha ribadito il principio di Leggi il resto di questa voce